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Litio, una risorsa "green" che distrugge l'ambiente.



Come si può progettare qualcosa di "ecologicamente green" quando la produzione stessa non lo è? Eppure questa è la realtà.




Il litio è un elemento chimico usato per la costruzione di batterie di pc portatili, tablet, cellulari e auto elettriche. La particolare leggerezza e la possibilità di ricaricarle centinaia di volte prima che le loro prestazioni si esauriscono, la poca dispersione di carica quando non viene utilizzato, rende il prodotto finale un successo nel campo della tecnologia moderna.

Nel 1985, l'ingegnere Akira Yoshino, realizzò la prima batteria a ioni litio e iniziò la sua commercializzazione, fino ad arrivare ad oggi, in cui viene usata come unica alternativa che garantisca un impatto green sul mercato della automobili.

Un altro vantaggio è la poca .

Nel 2019 venne assegnato il premio Nobel per la chimica ad un gruppo di lavoro formato da John B. Goodenough, M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino proprio per lo sviluppo delle batterie ricaricabili al litio.

Strano come dopo 30 anni dalla sua realizzazione e messa sul mercato, solo ora venga premiata questa importante scoperta...ora che bisogna spingere sul mercato automobilistico con le automobili elettriche! Coincidenza? Non credo.


E' considerato uno dei simboli dell'economia green ma non lo è.




Le riserve di litio sono presenti in pochi paesi, come si evince dai dati di gennaio 2021 della US Geological Survey.


Il cosiddetto triangolo del litio si trova tra Argentina, Cile e Bolivia rappresenta la metà delle riserve mondiali, in cui il litio viene estratto tramite un processo di evaporazione dei laghi salmastri sotterranei. Spostandoci dall'altra parte del pianeta, in Australia e Cina, l'estrazione avviene dai depositi di roccia.

Il problema più grande per l'estrazione di questo elemento è l'enorme quantità di acqua che si utilizza, pompando grandi quantità di acqua sotto la superficie terrestre, che viene successivamente lasciata evaporare per diversi mesi finché non rimane il cosiddetto "oro bianco".


Un esempio lampante dell'impatto negativo sull'ambiente è in corso già ora in Cile: nella zona di Salar de Atacama, l'industria mineraria del litio ha consumato il 65% di tutta l'acqua disponibile nella regione, creando problemi alle comunità locali e agli ecosistemi.


Foto di pixabay.com/it/users/hbieser


I danni non riguardano solo il suolo ma anche l'aria: le emissioni di anidride carbonica, variano dalle 5 tonnellate per l'estrazione di giacimenti sotterranei e dalle 15 tonnellate per singola tonnellata di litio estratto per produrre 1 tonnellata di litio nel caso dell'estrazione di hard rock.

Una ricerca diffusa da Roskill - il colosso dell'analisi e della valutazione del mercato dei minerali, evidenzia che l'aumento della domanda di litio e il suo intero processo di produzione potrebbe far triplicare le emissioni di CO2 entro il 2025 farle crescere sei volte tanto entro il 2030.



Cosa fare per evitare un danno così enorme quando gli stati stanno già iniziando la nuova corsa ai guadagni?

Olanda, Francia, Germania e Regno Unito puntano a vietare le vendite di auto a diesel e benzina entro il 2040; il governo cinese impone alle proprie case automobilistiche percentuali di produzione di veicoli elettrici. l’India si è impegnata a vendere solo automobili a batteria entro il 2030.

Foto di pixabay.com/it/users/geralt-9301


Ma tutta questa corsa alla vendita di auto elettriche aiuterà davvero il pianeta a salvarsi?

Uno studio di Transport & Environment (il principale gruppo di di campagna per i trasporti puliti in Europa è un sistema di mobilità a emissioni zero che è conveniente e ha un impatto minimo sulla nostra salute, clima e ambiente) sottolinea che l’aumento delle emissioni dovute al processo di produzione delle batterie sarebbe tale da ridurre i benefici climatici dovuti all’utilizzo dei veicoli elettrici.


Produzione di litio e riciclo delle batterie è davvero poco "green".

Friends of the Earth Europe, la più grande rete ambientale di base in Europa, che unisce più di 30 organizzazioni nazionali con migliaia di gruppi locali, ha stimato che solo il 5% delle batterie a ioni di litio viene riciclato, a causa di problemi di logistica e di costi elevati: recuperare il litio costa cinque volte in più che estrarlo.



Possibile che non si può fermare questa corsa all'oro? Sembra di si, in Serbia.


A gennaio 2022, in Serbia è avvenuta una grande protesta contro lo sfruttamento della riserva di litio di Loznica.

Cancellati tutti i permessi dati al colosso minerario anglo-australiano Rio Tinto a causa delle proteste del movimento Kreni-promeni che ora chiede al presidente Vucic una moratoria di 20 anni sullo sfruttamento di uno dei giacimenti più grandi del mondo.

Una scelta davvero anacronistica e coraggiosa presa da parte del presidente, che tranquillizza solo temporaneamente gli animi ambientalisti, ma è già un grande passo avanti.


Aumento di Co2 nell'aria, spreco di enormi quantità di acqua, distruzione di ecosistemi con relativo impatto su specie animali, problemi di riciclaggio del prodotto finito, problemi sociali che causano conflitti e divisioni sulle comunità autoctone, distruzione delle zone dove risiedono gli impianti con conseguente annullamento del turismo.

E questa si chiama "ecologia"?


Un auto elettrica che utilizza una batteria al litio causa tutto ciò?

Anche no, grazie.




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